Una delle notizie più rilevanti di questi giorni è quella del riavvicinamento di USA e CUBA. Una svolta storica che mi ha fatto tornare in mente la storia di un cocktail nato quando americani e cubani andavano ancora a braccetto.
Agli inizi degli anni 2000, durante i primi anni della mia
carriera dietro al banco, in uno dei viaggi a Londra in giro per cocktail bar,
mi sono imbattuto in una variante del Daiquiri che aveva come base un rum
lavorato artigianalmente con bacche di vaniglia in infusione servito con
ghiaccio e presentato come specialità della casa. Da allora ho assaggiato
centinaia di Daiquiri preparati da barman dietro i banconi di cocktail bar
sparsi per l’Europa, con piccolissime ma fondamentali differenze tra loro, tantissime
varianti e twist, e resta uno dei miei drink preferiti, soprattutto nella sua
formula originale anche definita “Natural Daiquiri”, per differenziarlo dalle centinaia di Daiquiri
a tutti i frutti immaginabili o dai frozen (con ghiaccio frullato) cosi in voga
negli ultimi decenni.
L’origine del Daiquiri probabilmente è legata al
Canchanchara, una mistura cubana dell’ ‘800 composta di rum, miele, limone e
acqua, ma la sua ricetta come la conosciamo oggi è attribuita a Jennigs Stockton
Cox, un ingegnere americano.
Alla fine del 1800 gli americani iniziarono ad estrarre il ferro dalle miniere cubane e Cox era un ingegnere che guidava una delle prime spedizioni esplorative sull’isola. Con il suo team lavorò per molto tempo nella zona dove si trova la piccola cittadina di Daiquiri e in quel periodo creò questo favoloso drink.
Alla fine del 1800 gli americani iniziarono ad estrarre il ferro dalle miniere cubane e Cox era un ingegnere che guidava una delle prime spedizioni esplorative sull’isola. Con il suo team lavorò per molto tempo nella zona dove si trova la piccola cittadina di Daiquiri e in quel periodo creò questo favoloso drink.
A quel tempo gli ingegneri americani a Cuba percepivano
ottimi stipendi oltre a porzioni giornaliere di tabacco e rum locale, per
incentivarli a lasciare casa e partecipare all’avventurosa corsa alla ricerca
di nuovi giacimenti. I locali aggiungevano, nei loro caffè a fine turno, del
rum e fu cosi che anche Cox cominciò a sperimentare. Dai racconti della pro
nipote di Cox, lui era solito intrattenere gli ospiti connazionali servendogli
del gin portato dagli Stati Uniti. Ma quando le scorte furono finite cominciò a
servire del rum e per renderlo più gradevole lo miscelava con zucchero e limone.
Ci sono altre testimonianze in libri su Cuba, di inizio
secolo scorso, che citano tra le abitudini degli americani sull’isola, a
Santiago, quella di bere già al mattino nel bar più importante della città tre
o quattro di queste bevande, prima di
iniziare i turni di lavoro nelle miniere a Daiquiri. E a quanto pare, proprio
in quel bar a Santiago, lo stesso Cox interpellando altri colleghi chiese come
dovessero chiamare il drink. Fu cosi che decisero di dargli il nome della
cittadina dove passavano la maggioranza del loro tempo in miniera.
Il Daiquiri è stato poi introdotto negli Stati Uniti da un generale
dell’esercito americano di stanza a Cuba che lo fece inserire tra i drink del
Army & Navy Club di Washington DC che riporta a tutt’oggi una targa, nella
loro Daiquiri Lounge, in ricordo della storia di questo cocktail.
In una delle pagine del diario di Cox è riportata la ricetta come fatta all’epoca:
“Daiquiri
Succo di sei limoni
6 cucchiai di zucchero
6 tazze di Rum Bacardi ‘Carta Blanca’
2 piccole tazze di acqua minerale
aggiungere ghiaccio a pezzi e agitare vigorosamente
filtrare nel bicchiere, può essere servito con del ghiaccio”
Da noi all’Alchemie lo prepariamo con succo di lime e non di limone, anche perché se è vero che Cox usa la parola inglese “lemon”, è anche vero che quelli che i cubani chiamano “limon” sono dei lime e i limoni come crescono in Italia li sono praticamente sconosciuti. Potreste inoltre assaggiare un Daiquiri davvero speciale provandolo con una porzione di Bacardi Carta Blanca che l’azienda ha riproposto in tiratura limitata che replica la ricetta dell’inizio del ‘900.
“Daiquiri
Succo di sei limoni
6 cucchiai di zucchero
6 tazze di Rum Bacardi ‘Carta Blanca’
2 piccole tazze di acqua minerale
aggiungere ghiaccio a pezzi e agitare vigorosamente
filtrare nel bicchiere, può essere servito con del ghiaccio”
Da noi all’Alchemie lo prepariamo con succo di lime e non di limone, anche perché se è vero che Cox usa la parola inglese “lemon”, è anche vero che quelli che i cubani chiamano “limon” sono dei lime e i limoni come crescono in Italia li sono praticamente sconosciuti. Potreste inoltre assaggiare un Daiquiri davvero speciale provandolo con una porzione di Bacardi Carta Blanca che l’azienda ha riproposto in tiratura limitata che replica la ricetta dell’inizio del ‘900.
Ricetta
6 cl Bacardi Superior
3 cl Succo di lime spremuto fresco
2,5 cl Sciroppo di Zucchero
Agitare con ghiaccio e servire filtrando il ghiaccio in una coppa ghiacciata
Decorare con un fettina di lime sul bordo del bicchiere
Salute!